Saturday 14 June 2014

L' amore al tempo dei Riots: perché me ne sono andato

Talvolta occorre tempo per capire la ragione reale delle proprie azioni. Me ne andai dall'Italia perché ero pieno di rabbia, pieno di rabbia verso la nazione e verso gli italiani. Non volevo avere più niente da spartire con loro, di cui non mi ritenevo parte. E sognavo di vedere l' Italia in fiamme. La odiavo.
Sono dovuto venire qua, nel Regno Unito, per rivalutare gli italiani, per comprendere che fra le tante cose sbagliate che ne compongono la natura, ce ne sono altrettante giuste. E forse addirittura in percentuale maggiore che nei membri di altre più patriottiche nazionalità. All' epoca, quando partii, dissi: "Io non torno né per le vacanze né per i funerali." E così è stato. Da tre anni mi trovo a Londra e sono tornato in Italia solo una volta per votare, alle elezioni politiche del febbraio 2013. Sarei dovuto tornare a maggio di quest'anno, per votare alle elezioni europee, ma chi ha letto qui sa che non sono riuscito a prendere l' aereo. E pochi giorni fa ho raccontato la vicenda ad un polacco che lavora nella security dell'albergo dove sto attualmente lavorando anch'io, con l'incarico di seguire la rinnovazione e manutenzione del più grande living wall in Europa. E parlando gli ho detto che sono tornato in Italia solo una volta in tre anni.
-Proprio non ti piace, l' Italia!- ha esclamato.
-No-, ho risposto. -E' proprio l'opposto.- Le parole sono venute da sole, non pensate, e mentre si formavano mi rendevo conto che erano vere. -Mi piace tanto, ed è per questo che non posso vederla. Vado a votare per provare a fare quel che posso. Magari sarà inutile, ma nessuno potrà dire che non ho tentato di fare qualcosa.

Ognuno faccia ciò che si sente di fare. Io mi tengo lontano, perché non riesco a tollerare ciò che la maggior parte di voi sta facendo all' Italia. Io serbo tutto il mio sdegno per tutti quelli che "fuggono perché l' Italia non da loro niente", a loro che hanno solo preso e mai dato una briciola del loro impegno per rendere l' Italia un posto migliore. A coloro che incontro e che mi dicono quanto qui tutto sia meglio che in Italia sbatto sotto il naso cifre e fatti di tutte le porcate che avvengono in "questo paese perfetto", fregandomene se poi mi eviteranno, perché finché gli italiani non si renderanno conto del loro vero valore e lo accetteranno avranno sempre una scusa per non impegnarsi a fare meglio. Questo è ciò che posso fare io. Non è molto, ma non è neanche poco. Voi fate secondo la vostra coscienza.


E quest'Italia, un'Italia che c'è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade.
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/italia-e-italiani/frase-122447>

No comments:

Post a Comment