Monday 23 December 2013

Strays' Christmas Eve Dinner

Iniziati stamani i preparativi per la cena di domani sera, organizzata per raccogliere quei pochi randagi fra gli italiani del gruppo rimasti a Londra per Natale. Non molti, a dire il vero. Anche i piu' appassionati amatori della capitale britannica e i maggiori detrattori del Belpaese, chissa' perche', rientrano sempre in Italia in questo periodo. Sara' il richiamo del cibo buono, quello della famiglia o semplicemente la necessita' di passare in compagnia un periodo che sarebbe altrimenti fra i piu' deprimenti dell'anno, fatto sta che le compagnie aeree riempiono i voli di tutte le rotte verso la penisola italica. Ed ovviamente i prezzi sono adeguati alla situazione. Del resto, se non hai una famiglia (o dei veri amici), il Natale a Londra puo' essere veramente duro. Anche se dici di preferire UK all' Italia. Il giorno di Natale, poi, l'unico divertimento e' quello di andare a guardare i turisti che vagano incazzati neri per una citta' che si e' fermata completamente: niente Underground, niente treni, niente bus; ristoranti e negozi chiusi e chi non si e' organizzato puo' avere problemi anche a mangiare. Spesso l'unica soluzione e' raggiungere il Londonistan, l'East End londinese, oramai popolato per la maggioranza da mussulmani, che ovviamente non chiudono a Natale, per festeggiare il Natale con kebab e analcolici pensando al minicab che ti ci ha portato dal centro ad una tariffa doppia di quella usuale.
E veniamo al Londonistan, di cui Upton Park, localita' del borough di Newham, dove ora risiedo, parrebbe esserne il cuore. A Newham la comunita' pakistana si puo' dire e' la predominante. Di sicuro lo e' nel council, al punto che non si muove voglia che il paki non voglia. Non si parla di un occhio chiuso ogni tanto: entrambi gli occhi sono chiusi e la testa girata da un'altra parte. Un'infinita' di negozi tutti uguali, tutti con gli stessi prezzi, tutti con troppi pochi clienti per pensare che possano rimanere aperti, tenuto conto di quanto costano gli affitti a Londra. Come per tanti ristoranti e altri negozi cinesi a Prato, che resistevano tre anni senza clienti quando un italiano non resisteva tre mesi. Il money laundering, il riciclaggio di denaro illecito, e' la prima cosa che viene in mente. Un numero di posti auto riservati per disabili che alza notevolemente la media nazionale (ce ne sono almeno due o tre in ogni strada, almeno), regole igieniche assenti quasi totalmente nei negozi di alimentari. Coversioni di destinazione d'uso di fabbricati, in genere trasformati in dormitori, ignorate per i tre anni necessari a fornire loro legalita' (noi abbiamo i condoni edilizi, loro si arrangiano cosi').
Ma certi discorsi e' bene non farli. Il parlamentare che ha osato dire che in certe comunita' asiatiche la corruzione e' endemica, riferendosi in particolare a quella pakistana, ha dovuto poi scusarsi. Poco importa che il Pakistan sia al posto 127 su 177 nazioni nel Corruption Perception Index. Parliamo, invece, delle tradizioni religiose di questa comunita', come quella di offrire pietanze agli antenati. E cosi', camminando per le strade di Newham, si puo' assistere, come successo a me e alla mia ragazza stamani, di vedere due bambine correre fuori di casa e rovesciare avanzi di pane ai piedi di un albero piantato lungo il marciapiede. Oppure di passeggiare lungo le rive di un lago nel parco di Epping Forest e dover fare lo slalom fra monti di riso crudo, strisciate di riso al curry, avanzi di carne dai coloriti insoliti. Tutto cibo che andra' ad ingrassare la popolazione di ratti che costituisce la piu' numerosa comunita' di Londra. Mi meraviglio non abbiano ancora voce nel Greater London Council. Le regole sanitarie ed igieniche vanno a farsi friggere, quando entrano in gioco quelle religiose. Anche se non sono sicuro che questa sia una tradizione islamica. Ma ad essere onesto, io ancora non riesco a distinguere un gruppo da un altro.
Ma qualcosa di buono si trova pure qua: un ortolano con una discreta varieta' di frutta e verdura (frutta esotica, per lo piu': con questa cena abbiamo consumato la nostra dose di emissioni di CO2 per il 2014), un macellaio piu' pulito della media (anche se orribilmente distante dagli standard cui un italiano e' abituato) e alla fine il necessario per la cena lo abbiamo trovato. Anche se abbiamo dovuto rinunciare al pesce: poca scelta e quel poco con un aspetto veramente miserabile, insomma non invogliava affatto. I nostri anticorpi non sono forti abbastanza da permetterci di sopravvivere ad una cena a base di pesce comprato a Newham. Quindi lasagne e pasta al forno vegetariana per la vigilia, e tortellini in brodo e bollito di manzo per Natale. E poi, grazie al Lidl, abbiamo crostini, verdure e funghi sottolio, panettone, vino e spumante italiani e pate' francesi; il supermarket Morrison vende al banco affettati Negroni (non la prima scelta se stai in Italia, ma qua sono i benvenuti); e in un negozio turco vicino Forest Gate Station ho trovato grappa veneziana, limoncello, pasta phyllo (cosa sconosciuta ai piu', qui in Albione) per fare delle torte salate e formaggi rumeni, fra cui il famoso "kashkaval", che magari non ha niente a che spartire col nostro cacio cavallo, ma vi assicuro che e' buono . E della salsiccia secca arrivata direttamente dal casertano sta ancora appesa in attesa degli ospiti ormai da piu' di un mese.
Un Natale con gli amici invece che in famiglia, per chi una famiglia non ce l'ha piu' o non ha la possibilita' di raggiungerla. Ci sara' sicuramente un brindisi alla normalita' di vita in parte ritrovata.

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