Saturday 16 November 2013

Migrante dell'anima

"Allora il Signore disse a Caino: <Dov'è Abele, tuo fratello?>. Egli rispose: <Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?>. Riprese: <Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra>. Disse Caino al Signore: <Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà>. Ma il Signore gli disse: <Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!>. Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, a oriente di Eden".

Spezzato, tradito, afferrato dai mulinelli del tempo e sbattuto sugli scogli del rimpianto e del risentimento. Stanco, deluso, amareggiato dai risvolti fasulli della vita. Imbrogliato, deriso, abbandonato da tutti come un oggetto usato. Quando sei un migrante sei nudo, debole, vulnerabile. Hai dovuto abbandonare ogni luogo conosciuto che ti dava riparo, rinunciare ad ogni abitudine e persona conosciuta che ti dava sicurezza. Non hai protezioni, non hai certezze. Sono la rabbia o la disperazione a darti la forza di andare avanti, o il desiderio di riguadagnare cio' che hai perduto. Il sogno di una notte e' il tuo obiettivo, il senso di colpa il tuo compagno di ogni giorno. Ascolti voci che vorresti scacciare dalla tua testa, fuggi le debolezze in cui vorresti indulgere.

Oh, sei certamente colpevole, la tua mano si e' alzata sul tuo fratello come quella di Caino su Abele. Hai sparso del sangue, altrimenti non saresti stato scacciato. E vaghi nel deserto delle tue emozioni represse, insieme ad altri milioni di anime eppure solo e abbandonato. Il senso di colpa ti rode dall'interno, per le parole non dette, per le attese tradite, per non aver dato cio' che gia' ti era stato tolto. Non importa se non eri li', non importa se non e' dipeso dalle tue parole o se non e' conseguenza delle tue azioni. Sei colpevole perche' tu lo hai deciso, perche' qualcun altro lo ha deciso, perche' uno sconosciuto lo ha deciso.

Sei un migrante dell'anima, il marchio rosso che ti e' stato impresso in fronte non e' la mano di Dio, ma la tua vergogna, e non ti proteggera' dalle mani di chi ti odia perche' e' piu' semplice odiare che comprendere. L'unica protezione e' la menzogna, la menzogna a se stessi, un bozzolo di cecita' in cui accoccolarsi e fingere che il mondo fuori e' diverso, che esiste qualcosa di meglio e che lo hai trovato.

Eri un migrante dell'anima e ora sei qualcosa di fasullo e insensibile, un essere povero e inutile, incapace di sostenere il peso della verita', che per non esserne schiacciato irretisce altri a sostenerne il peso insieme a lui.
Continua pure a mentire a te stesso, la menzogna durera' fino al tempo del risveglio.

Vai a casa, trova la tua strada. Cambiati i vestiti, cambia la tua faccia. Hai fallito, in qualche modo hai fallito. Forse proprio quando hai avuto successo, perche' avere successo era qualcosa che ritenevi di non meritare. Qualcosa che merita lo sforzo di andare avanti c'e' sempre, ma avrai il coraggio di riconoscerlo?

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