Monday 11 November 2013

Indiscutibili virtu' 2

   Jeremy Paxman, nel suo bel libro The English: A Portrait of a People, elenca una serie di virtu' collettive a suo dire indiscutibili, su alcune delle quali pero' e' forte proprio la tentazione di discutere. Per esempio, scrive: "Cio' che [negli inglesi] e' rimasto costante e' una grande insofferenza nell'essere troppo osservati o controllati, l'amore per la liberta', l'energia; un interesse modesto per l'attivita' sessuale, almeno a paragone con i popoli vicini; una strenua fiducia nel valore dell'educazione per la formazione del carattere; molta delicata considerazione per i sentimenti degli altri; un forte attaccamento al matrimonio e all'istituto familiare.
   Questa delicatezza per i sentimenti degli altri (consideration and delicacy for the feelings of other people) e' probabilmente vera nei rapporti interni, molto meno in quelli con gli stranieri.

I segreti di Londra, Corrado Augias

Mi perdoneranno i miei lettori se torno ancora alla carica con una critica verso i padroni di casa, ma da qualche parte mi devo sfogare. Il fatto e' che la sensibilita' britannica e' alquanto particolare. Come gia' fa notare Augias e' completamente (o quasi) assente nei rapporti con gli stranieri. Cosa che ho potuto sperimentare in prima persona. Probabilmente chi non abbia abitato a stretto contatto con loro non avra' notato niente, o avra' catalogato certi atti come l' incuranza del singolo. Io la penso diversamente.
Durante uno degli innumerevoli colloqui che ho avuto, parlando alla titolare di una ditta in Wimbledon presso cui stavo cercando lavoro, racconto le mie pessime esperienze avute a Londra a livello lavorativo: mancanza di sicurezza sul lavoro, trattamenti economici cambiati all'ultimo momento, ma soprattutto bugie e inaffidabilita' da parte dei datori di lavoro. Ottengo dalla tipa tutta la sua solidarieta': ascoltandomi era rimasta veramente scioccata che ci potessero essere persone come quelle da me descritte. Il colloquio si conclude in modo positivo, ma io ne avevo un'altro da fare e chiedo se posso dare una risposta la settimana successiva. Mi ero preso cinque giorni (col weekend nel mezzo) per rispondere se accettavo il lavoro oppure no e lei me li aveva concessi. Non e' una cosa usuale qui: in genere se non accetti seduta stante il lavoro va al candidato successivo. L'altro colloquio si trasforma, all'improvviso, in una prova di tre giorni, dal lunedi' al mercoledi', durante i quali la tipa mi pressa con telefonate ed sms. Anche questa prova va bene, e sarei stato piu' propenso ad accettare questo lavoro essendo fuori Londra, ma il marito della titolare (si', entrambe le ditte erano dirette da una donna) non mi fila un gran che, anzi, non mi vuole proprio: non vuole un altro galletto nel pollaio. Cosi' accetto il lavoro a Wimbledon e il giovedi' inizio a lavorare. Salto il venerdi' per un appuntamento dal dentista e ritorno al garage il lunedi'. Non c'e' nessuno. Non avevo piu' il lavoro. Motivazione: ero troppo bravo, il livello dei clienti della ditta era basso, sarei diventato infelice in breve tempo ed avrei cambiato lavoro mentre a lei serviva qualcuno che rimanesse a lungo. La spiegazione l'ho ricevuta quando io ho telefonato, prima neanche un sms per risparmiarmi il viaggio da Potters Bar, a nord di Londra, fino a Wimbledon. Vi invito ad usare Google Maps per controllare i tempi di percorrenza fra le due localita'. E i giardinieri iniziano a lavorare abbastanza presto.
Anche l'idea di privacy e' un po' diversa dalla nostra. Se affitti una camera, o una casa, ti aspetti che, fintanto che paghi l'affitto, sia "tua" e che nessuno ci entri senza il tuo permesso. Gli annunci di camere in affitto nelle quali il landlord si riserva il diritto di entrare senza preavviso e a suo piacimento si stanno moltiplicando, su siti come Gumtree e SpareRoom. Nella casa di Tooting, dove ho subaffittato una camera da una coppia giovane, gli ingressi in camera mia per prendere oggetti o utilizzare una presa elettrica da parte dei due erano continui in mia assenza. I due avevano anche subaffittato un'intera casa a fianco di dove abitavamo noi, e senza curarsi degli inquilini entravano ed uscivano dalla casa per portare e prendere roba in soffitta o per usare la cucina. "Sharing is caring", dicevano. La mia attuale landlady non si fa specie di entrare in camera mia quando sono fuori per lavoro e spostare roba. Una volta, tornato da lavoro, noto la mancanza di due bottiglie di vino e una di sidro che avevo riportato dal viaggio a Parigi e che intendevo tenere come souvenir: buttate via pensandole spazzatura. E lei era anche convinta di avermi fatto un piacere.
Del resto, che aspettarsi da una donna che sta sulla porta a parlare con la dogwalker (quella che porta i cani a spasso) e mi fa aspettare sotto la pioggia che loro finiscano la conversazione prima di farmi entrare in casa? Oggi e' successo e non per la prima volta. Del resto io torno a casa in bici, quindi a quel punto ero gia' bagnato, avra' pensato. Inutile darsi pena per me. L'unico commento e' stato da parte della dogwalker mentre se ne andava via con tutto comodo: "You're the miserable one." Lei, a dire il vero, non e' britannica ma slovacca, ma a Londra si "trova taaanto bene".
Ma in fondo, che valevo meno del cane lo sapevo gia'. Siamo in quattro in questa casa, uno e' un cane, una specie di portachiavi. Poi la landlady e il suo compagno, sulla cui appartenenza alla specie umana ho gia' espresso i miei dubbi qui. Nel frigorifero c'e' un intero ripiano usato per il cibo del cane, mentre a me e' stato concesso l'uso di meta' ripiano. Il freezer e' stracolmo di cibo del cane e di roba andata a male, e per piu' di una settimana abbiamo avuto anche un cestello pieno di esche da pesca. Nell'occasione, la landlady deve prendere della roba che stava sotto due baguette di quelle piccole che avevo congelato, ma dopo che l'ha presa non riesce piu' a spingere il cestello dentro. Non perche' non ci fosse spazio: c'era prima, ce ne sara' anche di piu' dopo che ha tolto qualcosa dal cestello, no? Il problema e' che lei la roba non la ripone, non la sistema, ce la lascia cadere, nei cestelli del freezer. Poi, come sta sta, distesa o in piedi, spinge il cestello. Al massimo forza la roba giu' a mano aperta. Le due baguette, congelate e tinche come stoccafissi, si piantano in piedi conficcate fra buste avviate di piselli di marche diverse e le impediscono di chiudere il cestello. "Aaah! Non puoi mettere tutto questo pane in freezer! Poi non c'e posto per la mia roba!" C'e' posto per il cibo andato a male; c'e' posto per il cibo del cane; c'e' posto per un sacco da dieci chili di esche da pesca. Non c'e' posto per le mie due baguette.

Se qualcuno sta pensando che forse sono sfortunato, che cominci a guardarsi intorno prima di proferire verbo. Per la serie "avete occhi per guardare, ma non vedete; avete orecchie per udire, ma non ascoltate." Se qualcuno sta pensando che gli italiani, tanti italiani, non sono migliori, gli do ragione. Il disinteresse per gli altrui bisogni regna sovrano anche in Italia, purtroppo. Ma infatti, quello che mi da particolarmente noia non e' il disinteresse. Quello lo odio, a dire il vero. Quello che mi da noia e' che si vantino tanto di essere sensibili, cosi' come si vantano di tante altre cose in cui non sono migliori o sono addirittura peggiori delle altre popolazioni europee. Ed e' completamente inutile far notare atteggiamenti simili ad uno di loro: ne rimarra' scioccato, ti offrira' tutta la sua simpatia e proferira' giudizi taglienti sulla maleducazione di "certi ignoranti". Per poi comportarsi nello stesso modo alla prima occasione.
Perche', in fin dei conti, non hanno poi torto. Dicono di essere sensibili ai bisogni delle altre persone, ma dicono anche di essere diversi dal resto degli europei. Lo dicono spesso con un sorrisetto merdoso, aggiungendo poi, magari, di essere "piu' produttivi di noi sud-europei, che stiamo tutto il tempo a fare la siesta" o altri giudizi simili tagliati a colpi di scure dalla loro ignoranza monolitica. Dal loro punto di vista loro sono sensibili verso le altre persone. Siamo noi, gli stranieri in casa loro, che non siamo considerati persone, ma bensi' un gradino sotto quello su cui sta l'animaletto di casa.

Se ora state pensando che con voi nessuno si comporta cosi', ripeto: aprite gli occhi. E pensate pure al lavoro che fate e a quanto guadagnate. Se guadagnate dai 30k in su, ricordatevi che i soldi portano rispetto anche qui pure alle persone peggiori. Cosa dicono di voi in vostra assenza e' tutt'altra cosa.

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